Professionisti e manager della sanità abbandonino una volta per tutte la convinzione che le soluzioni e i rimedi possano essere trovati all’interno del sistema ed imparino a guardare fuori per trovare idee nuove. Governanti, politici, amministratori si liberino dalla presunzione del sapere come si fa e aderiscano ad un confronto aperto e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni ai professionisti sanitari, dai cittadini alle aziende
Antonio Giulio De Belvis, Presidente Nazionale ASIQUAS, Docente Univ. “Gemelli”, Roma
Giorgio Banchieri, Segretario Nazionale ASIQUAS, Docente DiSSE, Università “Sapienza”, Roma
Silvia Scelsi, Pass President ASIQUAS e Presidente ANIARTI
Andrea Vannucci, Membro CTS ASIQUAS, Docente DISM, Università Siena.
Secondo ISTAT i redditi prodotti nel 2022, dichiarati nel 2023 ai fini IRPEF, sono stato pari a 970 miliardi, per un gettito IRPEF generato di 189,31 miliardi, in aumento del 6,3% rispetto al 2021, ma inferiore alla crescita del PIL nominale (+7,7%).
L’indice IPCA, Indice armonizzato dei prezzi al consumo è stato apri a +8,7% contro un aumento del + 34,5% dei prezzi alla produzione.
Nella piramide dei redditi dichiarati salgono i contribuenti con redditi compresi tra i 20 e i 29mila euro (9,5 milioni) e quelli con redditi medio-alti dai 29mila euro in su, mentre diminuiscono i dichiaranti per tutte le fasce di reddito fino a 20mila euro, che calano da 23,133 a 22,356 milioni.
Il 45,16% degli italiani non ha redditi o non li dichiara!
Ne consegue che questi cittadini sono a carico di qualcun altro, rappresentato dal 15,26% dei contribuenti, che dichiarando redditi superiori a 35mila euro pagano il 63,39% dell’IRPEF italiana.
Quindi abbiamo una minoranza di “fedeli contribuenti”, che paga sanità e welfare per tutti gli altri ed è stata, fin qui, esclusa da ogni forma di agevolazione.
Pure il Report realizzato dal Centro Studi e Ricerche, presentato alla Camera dei Deputati in data 29 ottobre 2024, denuncia questo squilibrio che rappresenta un problema non trascurabile per l’intero sistema fiscale italiano.
Ne deriva che se il 75,80% dei contribuenti dichiara redditi da zero fino a 29mila euro, corrispondendo solo il 24,43% di tutta l’Irpef come si coprono i costi del welfare e della sanità?
Invece chi guadagna dai 55mila euro in su, poco più del 5% del totale, si fa carico solo di circa il 42% del gettito fiscale e non riceve nulla in cambio. CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO